L’ossitaglio è un procedimento utilizzato in ambito siderurgico per il taglio delle lamiere o dei profilati metallici che utilizza la fiamma ossiacetilenica ed un getto di ossigeno puro. Si basa sul principio in cui i materiali ferrosi contenenti abbastanza carbonio, portati ad incandescenza, bruciano se si trovano in un’atmosfera di ossigeno. L’ossitaglio, quindi, è adatto solo con gli acciai al carbonio.
L’attrezzo utilizzato per effettuare l’ossitaglio è un cannello speciale, disponibile in varie forme a seconda dell’impiego previsto.
Dal cannello fuoriescono due getti di gas:
– Uno più esterno, disposto ad anello, che garantisce la somministrazione del combustibile per produrre una fiamma simile a quella usata nella saldatura ossiacetilenica, e che serve per portare il metallo allo stato incandescente.
-L’altro getto interno di ossigeno, invece, sotto pressione realizza una fiamma sovraossigenata ed il taglio, attraverso un procedimento di combustione del carbonio e la conseguente fusione del metallo. La sua pressione, per di più, asporta gli scarti dovuti dal taglio.
Grazie alla presenza dei due getti è possibile un taglio libero, in qualsiasi direzione.
Le due fasi dell’ossitaglio:
1. Per prima cosa bisogna riscaldare il metallo utilizzando la fiamma.
Manualmente, si apre il flusso di ossigeno per il tempo necessario a creare il taglio per tutto lo spessore della lamiera.
2. Dopodiché , una volta raggiunto questo punto, si procede con il movimento per aprire progressivamente il corpo metallico.
Ambiti di applicazione dell’ossitaglio
L’ossitaglio, però, non è solo un procedimento manuale.
Infatti, in ambito industriale, si ricorre a grossi macchinari costituiti da cannelli disposti in serie.
I campi di applicazione industriale dell’ossitaglio sono vari, e vanno dai cantieri navali (operazioni ripetute di taglio e saldatura), ai lavori di ingegneria civile e urbana (demolire strutture metalliche complesse e/o di grandi dimensioni).